La mastoplastica additiva è uno degli interventi estetici più richiesti insieme ala liposuzione. La domanda a sottoporsi a tale intervento è salita del 300 % rispetto a 10 anni fa.
Indicazioni
Indicazioni a sottoporsi all' intervento chirurgico sono: 1) l'ipoplasia mammaria giovanile (congenita) cioè un volume mammario troppo esiguo rispetto alle dimensioni del torace, dovuto in genere ad un incompleto sviluppo del seno durante la pubertà, e 2) l'atrofia involutiva della ghiandola mammaria, cioè la progressiva riduzione del volume in mammelle che avevano completato il loro sviluppo. Di solito si verifica in donne che hanno terminato una gravidanza e/o eventualmente un periodo di allattamento prolungato. Inoltre tutte le donne che vogliono aumentare il volume del seno di qualche taglia, in proporzione al loro torace. possono sottoporsi alla procedura.
Le protesi mammarie utilizzate sono costituite da un involucro di silicone; il contenuto può invece variare: le più usate attualmente contengono un gel coesivo di silicone che dona un risultato finale più naturale rispetto a quelle contenenti la sola soluzione salina. Esistono due forme differenti di protesi: la rotonda, che ha un aspetto di sezione di sfera e la anatomica, che ha un aspetto a goccia, con un polo superiore più sottile ed un polo inferiore più largo e prominente. La scelta dell'una o dell'altra dipende dalle caratteristiche del seno della paziente e dai suoi desideri estetici.
Come si esegue l'intervento?
L'intervento di norma viene eseguito in anestesia generale ed ha una durata complessiva di circa 2 ore. L'incisione cutanea più utilizzata è sul solco sottomammario; la protesi può essere alloggiata in sede sottoghiandolare (fig 1), o sottomuscolare (fig. 2) nel caso in cui il tessuto ghiandolare della paziente sia troppo sottile.
Principali complicanze di tale intervento sono gli ematomi, i sieromi, le infezioni ed inoltre un indurimento della protesi dovuto alla formazione di una capsula periprotesica che deforma il seno rendendolo doloroso (cosiddetta contrattura capsulare periprotesica).